I MURALES DI FURORE
Le opere presenti a Furore non sono tutte dei murales, ci sono anche pannelli ceramici (è questo il caso di: I banditi e il faro sulla Costiera di Carmela Candido; Cartolina da Furore di Giulia Lauritano; Fiori di campo di Annamaria Grassia; Terra Furoris della ceramica d’Amore), sculture in marmo (figura forma di terra di Carla Crosio; gli evangelisti di Francesco Mangieri detto Mao; Prometeo: il tormento del potere di Raffaele Di Meglio), in ferro (le stagioni del Paradiso a Furore di Ajd Rassell Gallo; Il Fiordo di Furore di Luigi Mazzella), in ferro e acciaio (Gabbiani di Giovanni Ariano; Nel Giardino del tempo Sara accompagna un uccello di Giovanni Ferrenti), in ferro e rame (Furore: la sirena e i profili. Il verso “Achille” di Riccardo Dalisi), in piombo lavorato a sbalzo (Masaniello e La vela di Luigi Mazzella), in legno (presepe di Ernest-Heinrich Kneisel; Acquila di Fritz Gilow; Il santo delle cicale di Antonello Prototipo), supporti per acrilico di formica, mdf e forex, nonché opere realizzate con cemento (Discorso su Furore di Elio Mazzella) e varie materie (Reti e natura di Rosario Mazzella; L’agricoltura – La ribellione – La pesca di Gino Piergentili).
Per quanto concerne invece l’iconografia, il tema della storia di Furore è ricorrente in quasi tutte le opere. Occorre ricordare che Furore è un paese senza storia, che fino al 1947 era occupato con il Comune di Conca dei Marini e proprio per questo motivo si è cercato, attraverso i murales e le altre tipologie di opere, di arricchire la storia del paese con eventi realmente accaduti, leggende ed aneddoti che da moltissimi anni ormai riecheggiano tra le stradine di Furore. Ci sono numerosi riferimenti iconografici allo stemma del Comune di Furore (colonna d’oro in campo azzurro) e agli stemmi delle tre contrade ( il Ciuccio, la Gatta, la Cicala), come è rappresentato nel murale di Lidia De Vettori Le contrade di Furore; e ancora nel pannello ceramico di Giulia Lauritano Cartolina da Furore.
Vi sono poi rimandi al Fiordo di Furore, come nel caso de Il Fiordo di Furore di Salvo Caramagno; al tema della pesca connesso a quello dell’agricoltura, come nelle opere di Gino Piergentili L’agricoltura e La pesca; alla vendemmia, al vino e al dio Bacco, come nei murales, ….
In un magico e mistico furore divino di Vincenzo Perna, Bacco di Antonio Olivieri del Castillo e La spremitura dell’uva di Mario Ortolani; alle tipiche case di Furore e di tutta la Costiera, caratterizzate dalla famosa volta estradossata, come nel murale Amore: il miracolo di Pina De Martino e in quello di Gaetano Paolillo; alla storia d’amore tra Rossellini e la Magnani; alle Janare (le streghe benevole identificate come la sacerdotesse di Diana), raffigurate ne Le Janare di Vincenzo Perna; ai santi “vottate abbascio”, cioè scaraventati giù dai dirupi di Furore, come nelle opere: Leggende furoresi di Giuseppe Antonello Leone e Maria Padula, Ritorno a Furore di Nadia Farina. Presso l’Hotel “Bacco”, situato in via G.B. Lama, sono conservati una tavola di Giuseppe Centro dal titolo Vendemmia a Furore e i bozzetti di cinque opere che sono state realizzate in dimensioni maggiori.
È questo il caso di … In un magico e mistico furore divino di Vincenzo Perna, delle Baccanti di Goffredo Godi, dei Fiori di campo di Annamaria Grassia, dell’Acquila di Fritz Gilow, de la storia di Furore dalle origini di Antonio Olivieri del Castillo. Ancora, presso la Sala Consiliare della Casa comunale, sono custodite due tele di Ajd Rassell Gallo intitolate Il miracolo di R. Rossellini A. Magnani e sei tavole raffiguranti L’eresia di Meco del Sacco di Vincenzo Murano. Infine nelle scale che dall’ingresso del Comune conducono al piano superiore c’è Terra Furoris del pittore Antonio Maresca di Sorrento.