I SIMBOLI E LE CONTRADE
La simbologia è sicuramente una chiave utile per penetrare lo spirito di una comunità. Tentare l’accesso ai simboli presenti diventa, perciò, interessante. Specie se si privilegiano quelli più significativi dal punto di vista della storia e della cultura locale.
Il significante allude sempre a qualcosa che va al di là della sua forma esteriore. Esso proviene, infatti, dal complesso firmamento dell’immaginario collettivo e ha molteplici valenze, che non sempre possono essere spiegate in modo univoco.
Ciò premesso, possiamo individuare quei segni meritevoli d’indagine, per capirne il significato metaforico e accedere così alla segreta anima dell’antica Terra Furoris.
La Colonna, troneggiante nello stemma e nel gonfalone del Comune, esprime, secondo il simbolismo classico, forza, sapienza, bellezza. La psicoanalisi le assegna, per altro, un carattere fondamentalmente fallico. Indiscutibile è il suo forte valore espressivo, quale testimonianza di mascolinità in un paese dove la demografia ha fatto sempre registrare la supremazia dei maschi sulle femmine. Lo conferma la tendenza nel linguaggio parlato a usare al maschile termini originariamente di genere femminile. E’ il caso di “ ‘o ccarne, ‘o ppaste, ‘o nneve, ‘o tterra”.
Le tre contrade di Furore, corrispondenti agli ambiti territoriali delle tre parrocchie (Santo Jaco, Sant’Agnelo e Sant’Elia), sono contrassegnate da tre stemmi: il Ciuccio, la Gatta e la Cicala. Emblemi, la cui interpretazione, volendo rifuggire da forme araldiche o favolistiche, può avvalersi di precisi codici di lettura psico-sociologica.
Il Ciuccio, ritto sulle zampe posteriori, allude a Priapo, dio della fecondità. I Greci lo facevano cavalcare da Dionisio, mentre i Romani lo hanno visto al seguito della dea Cerere. A Furore le due divinità del mondo classico hanno sicura cittadinanza.
La Gatta, secondo la psicologia “animale femmina per eccellenza”, è abbinata alla dea Diana e resta inconfondibile emblema di libertà e di attitudine a vivere in condizioni difficili (la rupe furorese non può dirsi agevole).
La Cicala, infine, è il simbolo dell’immortalità, della spiritualità, della vita dopo la morte. Tant’è che nell’antica Cina si usava mettere in bocca ai defunti un amuleto di giada a forma di cicala.
La simbologia s’integra magnificamente e rappresenta il costume di vita e l’essenza stessa della gente di Furore. E questo al di là di qualsiasi, diversa interpretazione. Sempre possibile. Anzi auspicabile.