Non un semplice parco naturale, ma un luogo modellato dal lavoro della storia: un vero e proprio museo vivente.
E’ questo l’Ecomuseo del Fiordo, istituito nel 2000 per iniziativa del Comune, con la consulenza dell’Orto Botanico di Napoli e della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali di Salerno, a conclusione di un lungo e faticoso intervento di risanamento igienico-sanitario dell’area e di recupero-riuso dell’antico borgo marinaro e delle annesse strutture protoindustriali risalenti al XVII secolo e avviate ad un lento quanto inesorabile degrado.
Un Ecomuseo “del tempo e dello spazio” che si sviluppa ai piedi del Vallone di Furore, dove fino agli inizi del Novecento funzionavano a pieno ritmo, grazie ad un ingegnoso sistema idraulico che utilizzava la forza motrice delle acque del ruscello Schiato, due mulini, due cartiere e una calcara per la produzione della calce.
La struttura musicale, costituisce un punto di riferimento per la popolazione locale, per il turismo e, soprattutto, per la scuola. Uno scrigno prezioso per la riscoperta delle tradizioni della cultura locale, non solo per Furore ma per l’intera Costa d’Amalfi.
L’Ecomuseo si articola in varie “sezioni”: i percorsi botanici attrezzati lungo il Sentiero dei Pipistrelli Impazziti con relativo Erbario, organizzati nei locali della Cartiera-Mulino; le vie del Cinema (Ways of love) attraverso l’itinerario turistico-culturale, sulle tracce di personaggi famosi, quali Rossellini, la Magnani, la Bergman, Totò, Mastroianni, Greta Garbo, con annesso archivio della Memoria Costa Diva; i Muri d’Autore, fra murales e sculture, con annesso Centro di Documentazione sui paese dipinti italiani.
I diversi itinerari di visita portano da un centro d’accoglienza, organizzato in modo da orientare i visitatori nei percorsi, con supporto di tipo audio-visivo ed informatico.